giovedì 29 luglio 2010

Meglio prendersi cura degli spazi collettivi, anziché zappare il proprio orticello.

Portare avanti il proprio progetto di sostenibilità e partecipazione, anche se non è stato espressamente richiesto da nessuno. Zappare furtivamente, fare un lavoro faticoso senza che nessuno ti veda. Marrai a fura direbbero in sardo, ed è anche il nome di un sito webche fa proprio questo: si occupa in modo silenzioso, del tutto volotaristico, di sviluppo sostenibile e progettazione partecipata.
A zappare in modo furtivo sono otto giovani professonisti con i profili più disparati che hanno in comune la passione per la cittadinanza attiva e l’ecologia ed orahanno meso su una vera e propria redazione.

Sul sito si trovano curiosità e appuntamenti sull’ecologia e l’ambiente, l’alimentazione sana, le energie rinnovabili, la mobilità sostenibile, l’eco-sesso, l’educazione ambientale, la comunicazione ambientale. E ancora: buone pratiche di sostenibilità e partecipazione, facilitazione dei gruppi e azioni dal basso, ed ampio spazio agli appuntamenti e alla formazione (convegni, corsi, master, fiere, eventi, workshop, incontri).

Il nome è nato chiacchierando del guerrilla gardening, il movimento i cui attivisti praticano una sorta di giardinaggio politico, trasformando in aiuole fiorite e angoli verdi le aree degradate e abbandonate della città.
Marrai a Fura non pratica il guerrilla gardening, ma la filosofia alla base è la stessa: "Certi del fatto - si legge sul loro manifesto - che sia meglio prendersi cura degli spazi collettivi (reali o virtuali che siano), anziché zappare il proprio orticello.

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