lunedì 21 giugno 2010

L’"altra sicurezza", un confronto tra le politiche del Comune di Roma e quelle della regione Lazio



di Rete per la partecipazione



Quello della sicurezza è stato e continua ad essere un argomento controverso e contraddittorio inerente alla trasformazione costante delle metropoli, caratterizzata dalla crisi economica, dall’ansia e dal senso di insicurezza conseguente alla perdita di tradizionali punti di riferimento (casa, reddito, comunità, servizi, relazioni sociali, ecc). La sicurezza può essere interpretata in due modi: o come controllo sociale volto alla conformazione dei comportamenti e alla illusoria neutralizzazione dei conflitti, oppure assumendo il dato che vivere in una società comporta di per sé una certa soglia di incertezze e rischi e che il tema dell’insicurezza le è insito e costitutivo.



Il concetto di sicurezza urbana nasce quindi come concetto differente da quello di pubblica sicurezza (inerente alla repressione dei reati) e attiene alla qualità urbana e sociale e all’assetto economico e culturale del territorio e necessita quindi di una forte responsabilizzazione dei Sindaci e dei Municipi e di una forte partecipazione della società. La mediazione sociale, è una forma di azione sociale che favorisce processi di creazione e di riparazione dei legami sociali e si propone come pratica di ricostruzione del senso pubblico del vivere. La metodologia del lavoro sociale di comunità e della mediazione sociale e dei conflitti, facilita lo sviluppo della partecipazione della popolazione alla vita del proprio territorio, unendo l’esigenza di una migliore percezione della sicurezza con lo sviluppo di un “Quartiere Partecipato”, ovvero di una comunità coesa, solidale, aperta, che partecipa e progetta consapevolmente il suo futuro dialogando con le Amministrazioni.

Le prime esperienze di mediazione sociale hanno inizio a Roma negli anni tra il 1999 e il 2008, in sei quartieri delle periferie romane: Largo Sperlonga (XX Municipio), Ponte di Nona (VIII Municipio), Quartaccio (XIX Municipio) e a Pietralata (V Municipio), Bastogi (XVIII Municipio), Tor del Fiscale (IX Municipio), Esquilino (Mun. I), Santa Palomba (Municipio XII). Con la Giunta Alemanno chiudono nel 2009 tutti progetti di mediazione sociale del Comune di Roma, viene chiuso l’Assessorato alla Sicurezza che gestiva i progetti tramite l’Ufficio Roma Sicura le cui competenze vengono trasferite al V Dipartimento. Tale chiusura genera la protesta di cittadini, insegnanti, docenti universitari, giornalisti (vedihttp://partecipazione.ning.com/profile/salvalamediazione) e spinge alcuni municipi a richiedere al Comune di Roma la prosecuzione dei progetti. Dopo alcuni mesi di vuoto il Comune trova alcuni residui di bilancio per far ripartire temporaneamente e per pochi mesi alcuni progetti in 4 municipi (tutti amministrati dal PDL) con un investimento complessivo di circa 50.000 euro a fronte dei 400.000 della precedente giunta. Cifre che non bastano a garantire nemmeno sei mesi di intervento nella metà dei quartieri precedentemente seguiti dal progetto, quartieri sensibili, degradati e privi di servizi. Questa politica di disinvestimento giunge a plateali assurdità come i 3000 euro (!) destinati al progetto Bastogi, insufficienti a garantire qualsiasi intervento degno di nota ed efficacia in uno dei quartieri maggiormente deprivati della capitale.



A questa situazione deprimente ha messo mano la Regione Lazio che con uno stanziamento di 8 milioni di euro in base alla Legge Regionale 15\2001 ha permesso il rilancio delle politiche sulla sicurezza urbana nei Municipi della Capitale e in molti Comuni del Lazio. Nello specifico della mediazione sociale, questa opportunità ha permesso ai municipi V e IX di proporre e di gestire propri progetti in ambito di sicurezza urbana, con delle interessanti evoluzioni dal punto di vista dei contenuti.



Il Municipio IX con il Progetto Spazio Prossimo\sicurezza dei diritti ha inteso sposare la percezione della sicurezza con la qualità delle relazioni sociali, dei diritti di cittadinanza e degli spazi di partecipazione rivolgendosi esplicitamente a tutte le categorie della popolazione includendo le minoranze, le differenti nazionalità e provenienze, i generi e le generazioni. Il progetto prevede l’apertura di uno spazio "per la Sicurezza dei Diritti" in cui mediatori sociali e operatori legali forniranno ascolto, orientamento, informazione e consulenza legale e i "Laboratori di cittadinanza" previsti nei centri anziani, nelle scuole, negli spazi pubblici, nei condominii, che tratteranno i temi della partecipazione e della cittadinanza consapevole e che saranno seguiti da operatori esperti di pratiche partecipative.



Il Municipio V, con il Progetto Piazzando\Quartieri partecipati, ha inteso lavorare alla costruzione di una rete di governance che vede coniugare le pratiche partecipative con quelle della sicurezza urbana da più punti di vista: dalla prevenzione, alla sicurezza sociale, alla vivibilità del territorio. Piazzando prevede interventi di “Mediazione Sociale” nei quartieri di San Basilio e di Casale Caletto, lo sviluppo di processi di partecipazione e di pianificazione comune tra le Amministrazioni, i cittadini, le realtà locali per la costruzione di interventi tesi al miglioramento della vivibilità del territorio, campagne di sensibilizzazione e idonei strumenti di comunicazione tra cui la gestione del sito http://www.prendiparte.org/.



Gli stanziamenti della Regione Lazio che hanno permesso la nascita di queste ed altre esperienze progettuali in tutto il territorio regionale, hanno inoltre avuto un seguito con una successiva tornata di bandi rivolti agli enti locali che permetteranno la prosecuzione dei progetti sull’ “altra sicurezza” fino a tutto il 2011. Un impegno importante che permette agli enti locali di sperimentare, con una certa continuità temporale, forme di partecipazione non tradizionali e improntate alla valorizzazione delle energie “del quotidiano”, delle risorse locali, della cittadinanza attiva.



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