domenica 20 giugno 2010

Un educatore all'anagrafe

Un articolo molto ironico che rispecchia però quale condizione vive oggi in Italia una professione del sociale così importante nella formazione dei futuri cittadini come quella dell'educatore.
Da LINFE, un articolo di Marco Conserva


Questa mattina ho una riunione di lavoro alle 10:30; devo assolutamente passare all’ufficio Anagrafe per rinnovare la carta d’identità….forse ce la faccio.
Arrivo di buon ora, passo all’accoglienza, ritiro il modulo e, con mia grande sorpresa, trovo poche persone in coda; compilo, attendo il mio turno e tempo mezz’ora sono già davanti allo sportello per ritirare la nuova carta.
Bene, bene!... penso…. mi sono sbrigato presto e arriverò puntuale alla riunione.
Davanti a me una impiegata, forse sulla quarantina di anni, il capo chino sulla tastiera, i modi un po’ sbrigativi: .
Perfetto, ci siamo.
continua lei .
rispondo io un po’ titubante < non sono sposato, ma convivo da più di dieci anni con una ragazza…..direi coppia di fatto….>. L’impiegata stavolta alza il viso, mi fissa negli occhi, mi sorride e mi risponde divertita: , ed io <…ma…proprio libero non direi….certo non sono sposato…..comunque faccia lei>.
incalza l’impiegata:
le rispondo.

< La dicitura complete è: Educatore Professionale> le rispondo.
Di nuovo l’impiegata solleva lo sguardo, di nuovo mi fissa, e torna a trafficare sulla tastiera: .
rispondo .
insiste lei.
.
Ora gli occhi dell’impiegata si fanno un po’ accigliati, si ferma un po’ a pensare e ribadisce: < ma mi scusi, lei esattamente cosa fa in questi progetti?>.
le rispondo con tono calmo e gentile < non è semplice definire la mia professione in breve….. le posso dire che tendenzialmente realizzo e seguo dei progetti educativi….come professione l’Educatore è presente in vari contesti sia pubblici che privati: negli ultimi cinque anni ad esempio ho lavorato presso l’Associazione Italiana Persone Down….seguivo vari progetti e principalmente mi occupavo di educazione all’autonomia in strada per i ragazzi con la Sindrome di Down; negli anni ho collaborato poi con altre Associazioni e Cooperative; ho lavorato con disabili fisici e psichici, presso il Carcare Minorile, nelle Case Famiglia, ho lavorato con i senza fissa dimora e con gli adolescenti a rischio…>.
L’espressione in viso dell’impiegata si è ora tramutata da accigliata a smarrita….passano alcuni secondi di imbarazzante silenzio : < senta > riprende con un sospiro < ma lei è pagato per questi servizi nelle Associazioni?>.
< Guardi> le rispondo stavolta con tono seccato < questo è il mio lavoro, la mia professione, ho studiato per questo, ho un diploma che certifica la mia professione…..di questo campo da quindici anni, non sono un volontario!>
Di nuovo silenzio….. riparte l’impiegata < facciamo così….vada presso l’Associazione dove lavora e si faccia preparare un documento nel quale si specificano esattamente tutte le mansioni che svolge e torni all’ufficio Anagrafe con questo documento e il suo Certificato di Diploma per una valutazione del suo stato>.
le rispondo preoccupato < perderei una mattinata di lavoro per venire qui e il mio contratto non prevede permessi ….per me è una mattina di lavoro perso e non retribuito…. mi venga incontro!>
< Mi dispiace> ribatte lei < il computer non riconosce la sua professione e questa è la procedura>
< Mi scusi > insisto < ma nella vecchia carta di identità cosa c’era scritto alla voce professione?>.
risponde lei.
concludo io < va bene così…metta pure studente….così ci sbrighiamo e posso andare al lavoro>.

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